Diabete mellito di tipo 2 e sicurezza ed efficacia di Sitagliptin


Uno studio di coorte retrospettivo statunitense ha determinato se l'uso di Sitagliptin ( Januvia ) nei pazienti recentemente trattati con diabete mellito di tipo 2 sia associato ad eventuali cambiamenti negli esiti clinici.

I partecipanti allo studio erano nuovi utilizzatori di farmaci antidiabetici orali tra il 2004 e il 2009, e seguiti fino al decesso, al termine della assicurazione medica, o al 31 dicembre 2010.

La principale misura di esito era un endpoint composito di ricovero ospedaliero per tutte le cause e la mortalità per tutte le cause, valutata dopo aggiustamento per caratteristiche demografiche, dati clinici e di laboratorio, ricorso ai servizi sanitari e propensity score variabile in base al tempo.

La coorte comprendeva 72.738 nuovi utilizzatori di farmaci antidiabetici orali ( 8.032, 11%, utilizzavano Sitagliptin; 7.293, 91%, lo stavano assumendo in combinazione con altri agenti ), seguiti per un totale di 182.409 anni-paziente.

L'età media era di 52 anni, il 54% ( 39.573 ) era rappresentato da uomini, l’11% ( 8.111 ) aveva una malattia cardiaca ischemica e il 9% ( 6.378 ) aveva complicanze associate al diabete mellito al momento della prescrizione del primo farmaco antidiabetico.

L'endpoint combinato è stato rilevato in 14.215 pazienti ( 20% ).

Gli utilizzatori di Sitagliptin hanno mostrato tassi simili di ricovero ospedaliero o di mortalità per tutte le cause per i pazienti che non utilizzavano Sitagliptin ( hazard ratio aggiustato, aHR=0.98 ), compresi i pazienti con una storia di cardiopatia ischemica ( aHR=1.10 ) e quelli con velocità di filtrazione glomerulare inferiore a 60 ml/min ( aHR=1.11 ).

L’uso di Sitagliptin non è stato associato a un eccesso di rischio di ricovero ospedaliero per tutte le cause o di morte rispetto ad altri tipi di agenti per abbassare la glicemia tra i pazienti trattati di recente con diabete mellito di tipo 2.
La maggior parte dei pazienti a cui è stato prescritto Sitagliptin in questa coorte era coerente con le linee guida di pratica clinica, in quanto il farmaco è stato utilizzato come terapia aggiuntiva. ( Xagena_2013 )

Eurich DT et al, BMJ 2013; 346: f2267

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