Sotagliflozin, un inibitore di SGLT1 e SGLT2, migliora la qualità di vita nel diabete mellito di tipo 1


Sotagliflozin migliora la qualità di vita dei pazienti con diabete mellito di tipo 1 eliminando gli sbalzi dei valori glicemici, evitando l'ipoglicemia, stabilizzando la pressione e favorendo la perdita di peso.

Sotagliflozin è un inibitore del riassorbimento del glucosio a livello renale, consentendone l'eliminazione attraverso le urine; è in grado, inoltre, di ridurre il suo assorbimento anche a livello intestinale.

I pazienti, trattati con Sotagliflozin, hanno mostrato una significativa riduzione del fabbisogno insulinico e un miglioramento nei livelli dell'emoglobina glicata, indice di buon controllo del metabolismo.
In particolare, Sotagliflozin è riuscito ad abbassare la glicemia e a mantenerla stabile nonostante, nel contempo, fosse stato ridotto l'apporto di Insulina.
Questo può tradursi in un minor rischio di complicanze a lungo termine.

La sperimentazione di fase III su 1.402 soggetti con diabete mellito di tipo 1 è durata 24 settimane; durante questo periodo, i partecipanti hanno assunto ogni mattina una compressa che si è aggiunta alla loro terapia quotidiana con Insulina.

Sotagliflozin è stato in grado di controllare la glicemia e di conservare la propria efficacia anche con un minore apporto di Insulina.

Inoltre, si è rivelato efficace nella riduzione dell'ipoglicemia, nel favorire la perdita di peso e nel controllo della pressione arteriosa nei soggetti in cui era elevata.

Il meccanismo di azione di Sotagliflozin si basa sul riassorbimento del glucosio. Dopo essere stato filtrato dal rene, il glucosio viene fisiologicamente riassorbito nel sangue e quindi torna in circolo, fino a quando il livello glicemico non è superiore a 180, nel qual caso viene eliminato con le urine e le feci.
Sotagliflozin abbassa a 130 questa soglia di riassorbimento di glucosio nel sangue, per cui quando la glicemia arriva a questo livello, si attiva l'inibizione delle due proteine trasportatrici del glucosio, SGLT1 e SGLT2, consentendo l'eliminazione definitiva del glucosio.

La classe degli inibitori SGLT era stata finora valutata solo per il trattamento del diabete mellito di tipo 2, in cui aveva dimostrato la capacità di ridurre di un terzo la mortalità per qualsiasi causa. ( Xagena_2017 )

Fonte: The New England Journal of Medicine, 2017

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