Diabete di tipo 2: effetti della terapia intensiva ipoglicemizzante su struttura e funzione cerebrale


Persone con diabete mellito di tipo 2 sono a rischio di decadimento cognitivo e atrofia cerebrale.

È stato condotto uno studio per confrontare gli effetti del controllo glicemico intensivo versus standard su funzione cognitiva e volume cerebrale.

Lo studio Memory in Diabetes ( MIND ) è stato condotto in 52 Centri clinici in Nord America come parte dello studio ACCORD ( Action to Control Cardiovascular Risk in Diabetes ), uno studio randomizzato a gruppi paralleli.

Pazienti di età compresa tra 55 e 80 anni con diabete mellito di tipo 2, concentrazioni elevate di emoglobina glicata A1c ( HbA1c ) ( maggiore di 7.5%; maggiore di 58 mmol/mol ) e un alto rischio di eventi cardiovascolari sono stati assegnati in maniera casuale a ricevere controllo glicemico intensivo con un obiettivo di HbA1c inferiore a 6.0% ( 42 mmol/mol ) o una strategia standard con obiettivo di HbA1c di 7.0-7.9% ( 53-63 mmol/mol ).

È stato valutato l’esito cognitivo primario - il punteggio DSST ( Digit Symbol Substitution Test ) - al basale e a 20 e 40 mesi.

In un sottogruppo di partecipanti è stato valutato il volume cerebrale totale ( esito primario di struttura cerebrale ) mediante risonanza magnetica al basale e a 40 mesi.

Tutti i partecipanti con dati di follow-up sono stati inclusi nell’analisi primaria.

A febbraio 2008, l’aumento del rischio di mortalità ha portato all’interruzione del trattamento intensivo e al passaggio al trattamento standard dei partecipanti precedentemente assegnati al trattamento intensivo.

Sono state valutate le ipotesi di funzione cognitiva con un modello a effetti fissi che ha incorporato le informazioni di outcome a 20 e a 40 mesi.

Sono stati arruolati 2977 pazienti ( età media 62.5 anni ) assegnati in maniera casuale ai gruppi di trattamento dello studio ACCORD.

L’analisi cognitiva primaria è stata effettuata su pazienti con un punteggio DSST a 20 o a 40 mesi: 1378 assegnati a trattamento intensivo e 1416 a trattamento standard.

Dei 614 pazienti con dati di risonanza magnetica al basale, 230 assegnati al trattamento intensivo e 273 a quello standard sono stati inclusi nell’analisi primaria di risonanza magnetica a 40 mesi.

Non sono emerse differenze significative legate al trattamento nel punteggio medio DSST a 40 mesi ( differenza nella media 0.32; p=0.2997 ).

Il gruppo trattamento intensivo ha mostrato un valore medio di volume cerebrale totale superiore rispetto al gruppo in trattamento standard ( 4.62; p=0.0007 ).

In conclusione, benché differenze significative nel volume cerebrale totale siano a favore del trattamento intensivo, gli esiti cognitivi non hanno mostrato differenze.
Combinati con gli effetti non-significativi in altri esiti dello studio ACCORD e all’aumento della mortalità nei partecipanti del gruppo trattamento intensivo, questi risultati non supportano l’uso di terapia intensiva per ridurre gli eventi avversi del diabete sul cervello in pazienti con caratteristiche simili a quelle dei pazienti inclusi nello studio. ( Xagena_2011 )

Launer LJ et al, Lancet Neurol 2011; 10: 969-977

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